Generazioni

Spesso nelle organizzazioni si parla di generazioni, dividendo le persone in cluster (babyboomers, generazioneZ etc) attribuendo dei comportamenti e abitudini stereoptipiche. 

Pensate che le prime definizioni di generazioni risalgono al tardo '500 nel tentativo di definire ciò che in un certo periodo storico tiene insieme le persone (la cultura, il linguaggio etc). Quindi è legittimo che esistano le generazioni ma  attenzione a come si applica questo concetto.

Karl Mannheim diceva che l'appartenenza ad una generazione non dipende dalla data di nascita ma da quanto ci si senta identificato in una determinata generazione o meno. Inoltre la generazione non è elemento omnicomprensivo per conoscere una persona, ma bensì una semplice sovraetichetta di altri elementi che connotano le persone. La ricerca in ambito della psicologia del lavoro inoltre non supporta l'esistenza di differenze generazionali oggettive nel mondo lavorativo. La ricerca ci dice che quello che dobbiamo gestire è la percezione della generazione in azienda quindi a come trattiamo le persone perché appartengono ad una determinata generazione dando vita a quello che viene chiamato "modern ageism" (etaismo moderno) mascherando invece stereotipi sulla base d'età.

Quindi è importante comprendere i termini che utilizziamo e non inserire le persone all'interno di cluster altrimenti si rischia di aumentare l'etaismo e i conflitti intergenerazionali.